15 maggio 2004 COMUNICATO STAMPA
Se la domanda che ci facciamo è "quale sviluppo
urbanistico per l'edilizia residenziale?" allora dobbiamo tener conto che già oggi,
dalle analisi dello stato attuale nel piano, abbiamo quasi 270 mc di volume a disposizione
per abitante (standard reale desunto dai dati di schedatura del patrimonio edilizio);
quasi il doppio dei 150 mc abitante previsti (dotazione minima) dallo standard regionale.
Bene; allora, potremmo subito concludere di aver raggiunto l'apice dello sviluppo e del
benessere e che non serve alcuna variante generale del prg !
Ma è veramente così?
No, a noi non sembra proprio che i numeri
dicano tutto.
Roncade ricade in un ampio ambito territoriale tuttora caratterizzato da una forte
crescita in cui la stagnazione unilaterale condurrebbe alla emarginazione socio-economica. |

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Gli altri comuni limitrofi crescerebbero
assorbendo anche la nostra domanda interna di alloggi mentre Roncade rinuncerebbe a uno
sviluppo controllato.
La richiesta abitativa è tutt'ora presente per la forte
divisione e contrazione del numero dei componenti del nucleo familiare, per il saldo
attivo della popolazione naturale, per l'impiego sicuro di risparmi scampati ai vari bond
truccati, per l'arrivo di residenti extra comune (circa 300 negli ultimi 2 anni), per la
facilità di accedere all'indebitamento mediante mutui dal basso tasso europeo, per
l'impossibilità di disporre degli ampi alloggi realizzati dalle precedenti generazioni
senza che si provochino attriti fra nuclei che aspirino alla piena autonomia familiare.
Non vi nascondiamo, quindi, una certa soddisfazione per
essere riusciti a portare all'esame del Consiglio una variante generale che ha incontrato
non pochi intoppi procedurali.
Intoppo procedurale è stata l'inclusione di parti del
nostro territorio nella perimetrazione delle aree a rischio idraulico con DGR 3637 del
13.12.2002.
La giusta e dovuta "valutazione di compatibilità idraulica" impone di non
aggravare l'esistente livello di rischio idraulico introducendo alcune misure compensative
non immaginabili quando a suo tempo si dette l'avvio alla variante con in principi di cui
alla deliberazione del consiglio comunale n.62 in data 2.8.2002.
L'indisponibilità poi di un'organica legislazione urbanistica per le zone agricole, per
le aree produttive, per lo sportello unico delle imprese e per l'adozione dei piani
d'area, ha creato una lunga fase interlocutoria in cui ha regnato sovrana l'incertezza.
Nell'attesa di detta legislazione urbanistica, la variante
non ha potuto non tener conto di moderne previsioni contenute nel progetto di legge 202
recentemente approvato dal Consiglio Regionale, quali la perequazione urbanistica con cui
il privato è chiamato a concorrere alla formazione di infrastrutture pubbliche comunali,
i nuovi strumenti di pianificazione quale il piano strutture ed il POC, piano operativo
comunale.
E' oramai convinzione diffusa che detta infrastrutturazione
non debba ricadere sulle sole spalle dell'Ente pubblico, ma debba in massima parte gravare
su chi ricava utili, proprio per effetto delle infrastrutture stesse; ed ecco il perché
dell'individuazione del primo strumento nella variante generale del prg, quello della
perequazione urbanistica, che ridistribuisce parte dell'indice fondiario (40%) in opere ed
infrastrutture di uso pubblico, la cui presenza concorre a formare la qualità della vita
cui tutti tendiamo.
Questa variante, qualora necessario e con poco sforzo, è anche pronta a commutarsi nel
piano strutture in quanto proprio da queste ha mosso i suoi primi passi.
Anche se nell'impossibilità di far adottare alla Regione il Piano d'Area delle terre fra
il Musestre ed il Piave, per il noto blocco della LR 35/2002, la sua elaborazione
pressoché conclusiva ha consentito di tradurre nel PRG, 2 importanti assi stradali nelle
direttrici est-ovest e nord sud, che potrebbero decongestionare il capoluogo, nonché
ispirare un'asse pressoché parallelo e di supporto a quello lungo l'asta del fiume
Musestre, che potrebbe ulteriormente prolungarsi a sud verso Musestre ed a nord da Villa
Selvatico fino a via Dary in direttrice Procida San Biagio di Callalta.
Non abbiamo mancato di individuare le aree a servizi per le
strutture di interesse comune come la nuova area a San Cipriano da cedere al comune per
costruire una nuova scuola elementare, la nuova area cuscinetto dopo lo scolo San Giovanni
a Musestre, la nuova SP dietro la costruenda RSA al fine di costruirvi nuovi alloggi per
anziani autosufficienti e/o percorsi e giardini per malati di Parckinson Alzhaimer, un
nuovo parcheggio da 140 posti auto in via Montiron, una nuova area per un parco urbano a
Biancade.
Importanti previsioni del Piano d'Area, quali la tutela delle zone umide (si pensi alle
nuove fasce a parco estese, oltre al fiume Musetre, ai fiumi Vallio e Meolo e la loro
fruizione attraverso collegamenti e porte d'accesso ai parchi), la tutela dell'integrità
dei coni visuali sula Tv-Mare e l'area produttiva adiacente al progettato Casello di Meolo
Roncade, sono state tradotte nella variante generale; e si tenga presente che questo viene
raccolto in forza dell'urbanistica coordinata contenuta nel protocollo d'intesa
sottoscritto nel mese di dicembre scorso fra i Comuni di Meolo e Roncade, le province di
TV e Ve, le Autovie Venete e la Regione Veneto.
Quello che purtroppo questo piano non è riuscito ad approfondire, ancorché previsto
nella deliberazione di indirizzi, è il restauro, il riuso e la valorizzazione dei 3
centri storici di Roncade, Musestre e San Cipriano Vecchio; un deficit che speriamo possa
essere prontamente recuperato dalla nuova amministrazione.
Sul generale abbassamento degli indici di edificabilità,
ed in particolare nelle nuove aree di espansione, l'obbiettivo è quello di arrivare ad
una urbanizzazione controllata che colga quell'aspirazione agli spazi aperti tanto
radicata nelle nostre genti.
Il pur presente consumo di territorio in zone ben accorpate è comunque inferiore alla
somma di tanti piccoli insediamenti incontrollati che poi pongono problemi di estensione
delle infrastrutture (strade, acqua , gas , luce, telefono, fibre ottiche ecc ), dei
servizi (es. trasporto scolastico) e di isolamento (si pensi al noto fenomeno degli
anziani che abbandonano l'abitazione decentrata per trasferirsi ei centri dotati dei
necessari servizi).
Si è altresì limitato ricorso al completamento ad intervento diretto, anch'esso più
costoso sotto il profilo del consumo di territorio ma anche fonte di disturbo per la
viabilità a causa dei numerosi nuovi accessi che inevitabilmente comportano le nuove
strade di arroccamento.
L'abbassamento degli indici ha giocoforza il risvolto sociale di selezionare un'utenza ben
caratterizzata; ma la scelta è stata effettuata nell'ambito della differenziazione
dell'offerta abitativa che già avevamo messo in atto attivando, su un'area di 50.000 mq,
75.000 mc di edilizia sovvenzionata e/o convenzionata suddivisa nelle 3 aree Peep di
Roncade, San Cipriano e Vallio.
Per la sola frazione di Biancade si è tentato di immaginare un ridisegno urbano di medio
e lungo periodo in cui i corposi volumi edilizi presenti in attività produttive si
evolvano in favore della residenza e dei suoi sevizi.
Una piccola grande scommessa che pensiamo di vincere gradualmente, ad iniziare dalle
attività già o più vicine alla dismissione per le quali abbiamo previsto diversi
strumenti di riqualificazione urbanistica legati per quanto possibile ai singoli assetti
proprietari al fine di evitare infinite e spesso inconcludenti mediazioni fra più
proprietari.
Credo che compito della politica sia anche quello di
ridistribuire il benessere, materiale ed immateriale, i modo tale che l'eudenomia diventi
una condizione diffusa e stabile.
Nella Grecia classica, Eudemo di Rodi, filosofo greco (sec. IV -III a.c.) discepolo di
Aristotele di cui pubblicò le opere morali, perseguiva lo sviluppo umano attraverso la
ricerca incessante di una condizione immateriale di benessere per salute, cultura e
qualità della vita, avendo prima però assicurato a tutti la soddisfazione delle esigenze
materiali fondamentali di alimentazione e diritto a vivere in una ambiente dignitoso.
Per quanto sopra positivamente illustrato, è invece triste
registrare l'incapacità di estraniarsi dall'asservimento alla logica di parte, che ha
impedito all'opposizione di giungere alla fase propriamente propositiva, nata dall'insieme
delle osservazioni di ordine idraulico e dalle numerose forma di mitigazione introdotte,
fino all'azzeramento di detto rischio idraulico.
Ciò che conta, purtroppo, è la gazzarra politica volutamente alimentata con lo scopo di
coprire o impedire l'adozione di una variante che, per la qualità e quantità dei temi
introdotti, ha meritato la non bocciatura della stessa opposizione.
Roncade 12 maggio 2004
IL
GRUPPO DI MAGGIORANZA
PROGETTO INSIEME |